Italia: il P2P ora è legale

P2P

Come spesso accade in Italia le notizie del settore tecnologico passano inosservate e non destano curiosità, anche se dovrebbero.

Recentemente la modifica alla legge sui diritti d’autore ha semplicemente reso legale il download di immagini e musica dalla rete del P2P, anche se protette dal copyright.
Cosi cita il comma: “È consentita la libera pubblicazione attraverso la rete internet, a titolo gratuito, di immagini e musiche a bassa risoluzione o degradate, per uso didattico o scientifico e solo nel caso in cui tale utilizzo non sia a scopo di lucro”.
Ecco quindi che subito si può notare la vaghità (per altro tipica delle leggi del vecchio stivale) che impedisce una precisa ed inequivocabile applicazione della legge,  infatti il termine “degradato” viene lasciato alla quasi libera interpretazioone.

Uno dei primi a commentare è stato Beppe Grillo tramite il suo blog, in cui condanna la necessità di condividere solo materiale di bassa risoluzione portando (sempre secondo l’attore) una limitazione della possiblità di diffusione del materiale, quando l’intenzione era proprio l’opposta da parte dei creatori del comma.

Come afferma l’avvocato Monti, infatti, un file MP3 è di per sè un file degradato, in cui la compressione dei dati influisce sulla qualità del suono. Per cui, grazie ad una interpretazione tecnica della legge, è permesso pubblicare anche MP3. Probabilmente, chi ha scritto la legge non è un grande intenditore di argomenti tecnici riguardanti le tecnologie e Internet. Poichè non è possibile stabilire il livello di “degradazione” di un file. Un file può essere degradato rispetto ad un CD, oppure rispetto ad un DVD, o ancora rispetto ad un disco ad alta definizione. In ogni caso la legge non dice quale è il livello di degradazione “preciso”.

Secondo Folena c’è stato quindi un equivoco, perché per immagini e musica di qualità degradata si intende semplicemente “una qualità non paragonabile a quella di un cd, ma comunque ascoltabile. O un’immagine con dimensioni non utili alla riproduzione a stampa (quindi praticamente tutte le immagini del web)”, spiega Folena.

“Abbiamo voluto questo comma- aggiunge- per creare un primo spazio libero online dalle pastoie del vecchio diritto d’autore. L’abbiamo fatto tenendo conto delle migliaia di professori che hanno ricevuto multe e ingiunzioni, dalla Siae, per avere pubblicato opere a scopo didattico sui propri siti. Grazie a questo nuovo comma, potranno farlo senza rischiare più niente”. Secondo il nuovo comma, spetterà poi a un decreto (futuro) del Ministro per i beni e le attività culturali stabilire in particolare secondo quali criteri si definisce degradata un’opera, ma fà infuriare l’approssimazione che caratterizza gli interventi legislativi italiani.
Ecco quindi che è difficile capire se si trattta di un passo avanti che richiede un compromesso temporaneo o se si tratta di una modifica buttata giù per far tacere gli animi. Purtroppo dovremo lasciare al tempo la decisione, ma una cosa è certa, nello stato attuale il downlaod di musica senza fini commerciali ad una risoluzione inferiore ad un cd si può definire legale, e per molti (non tutti) è esattamente quello che volevano sentire.

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